Carlo Orlandi - FotografoCarlo Orlandi - Fotografo [page available only in italian]
Mercoledì 12 Dicembre 2012
14:38
Grazie alla ripida curva di apprendimento della fotografia digitale, in pochi anni ho acquisito molta esperienza con le meccaniche che regolano la buona riuscita di uno scatto. Nonostante abbia ancora tanto da approfondire, inizio a sentire la possibilità e la necessità di infondere nei lavori che faccio una valenza che superi il solo aspetto tecnico.

Per questo motivo da alcuni mesi ho iniziato a girare intorno all'idea di imbarcarmi nella fotografia analogica, mi incuriosiscono molto le differenze e i vantaggi dell'utilizzo della pellicole rispetto ai sensori digitali. Appena fuori dai mezzi toni, con una reflex digitale, i dettagli si perdono in nero e bianco puri, mentre la pellicola conserva molto più dettaglio nelle ombre e nelle alte luci. La grana nella fotografia analogica arricchisce lo scatto, invece di rovinarlo come con il rumore digitale.

Inoltre avere a disposizione un numero limitato di scatti (36 solitamente, contando il primo e l'ultimo che possono essere rovinati) oltre che costringermi a concentrare l'attenzione su ogni singola fotografia, mi solleva dal peso di centinaia di scatti che inevitabilmente vengono riportati a casa dopo ogni uscita con la reflex. Selezionare gli scatti con la fotografia digitale è quasi una schiavitù, mentre con la pellicola si brama il momento di vedere cosa uscirà fuori dal rullino.

Ho iniziato a informarmi per un po' di tempo, orientandomi sempre di più verso la tipologia delle Rangefinder, ovvero le macchine fotografiche con il mirino posizionato di lato che grazie a un sistema chiamato telemetro, permettono di regolare la messa a fuoco in maniera precisa, nonostante il mirino non guardi attraverso l'obiettivo.

Alcune settimane fa ho ricevuto una mail di un ragazzo che mi chiedeva un'opinione sulla Canonet QL28, un modello di rangefinder prodotto dalla Canon. Dopo alcuni scambi di lettere mi ha detto di aver puntato la Canonet QL17, un modello più avanzato e leggermente più costoso. Inevitabilmente parlare di queste macchine fotografiche mi ha riacceso l'interesse e nel giro di pochi giorni stavo scandagliando ebay in cerca dell'inserzione giusta.

Totalmente inesperto nelle aste (compro sempre solo gli oggetti subito acquistabili) ho provato a fare un'offerta da un ottimo rivenditore di Bologna, anch'io per una Canonet QL17, ma ho perso miseramente all'ultimo secondo, con un rilancio più alto di un euro.

Il venditore, dispiaciuto per il mio fallimento, mi ha proposto un modello praticamente uguale a quello per cui avevo fatto un'offerta, la Canonet QL19 New Model. Il prezzo era più basso e l'unica differenza effettiva era un terzo di stop in meno nell'apertura massima del diaframma. L'ho acquistata subito.

Il pacchetto mi aspettava pochi giorni dopo al ritorno dall'ufficio. La macchina fotografica era in ottime condizioni, pesante e metallica. Ma dopo mezzora di collaudo ho scoperto che il telemetro si bloccava alle distanze più ravvicinate. Stavo già prendendo in considerazione l'eventualità di aprirla, quando grazie all'aiuto del venditore che ha continuato a rispondere alle mie mail, il problema si è risolto lasciando cadere una goccia di benzina per accendino all'interno di un foro. Grazie a questo artificio alchemico la mia QL19 ha cominciato a funzionare perfettamente.

Ho scattato alcune foto nello studio per immortalarla prima di iniziare a utilizzarla e il giorno successivo a pausa pranzo, ho caricato il primo rullino (che conservavo da mesi insieme ad altri nel frigorifero).

Ormai quelle ventisei fotografie sono già immortalate sul negativo e sulle stampe. Sono molto soddisfatto dell'acquisto, ha la lunghezza focale che cercavo e sembra progettata per fare ritratti e fotografie notturne, le due cose che avevo in programma di affrontare con la pellicola.

Mi rimane solamente da trovare una soluzione valida per la digitalizzazione dei negativi, con questo primo rullino ho risolto temporaneamente fotografando le stampe e rimanendo con la spiacevole sensazione di aver perso tonnellate di dettagli. Chiaramente i prodotti consigliati da chi scatta in analogico sono scanner specialistici con prezzi proibitivi. Per il momento continuo a concentrarmi nello scattare e accumulo i negativi, a tempo debito li scannerizzerò nuovamente tutti se avrò l'attrezzatura adatta.
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